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[1040] Orgoglio, ambizione, vanità, presunzione 341


E certamente in quella sua grande e prospera fortuna il motto fu argutissimo, e da generoso, ecc.» — Anche Claude Paradin nelle Devises héroiques, di cui si hanno molte edizioni cinquecentiste. sotto la rappresentazione di un Cesare antico che tiene il globo del mondo, scrive il nome di Cesare Borgia, e l’impresa Aut Cœsar, ant nihil: ne ha dato una piccola riproduzione Carlo Yriarte a pag. 114 dell’opera Autour des Borgia (Paris, 1891). Anton Maria Graziani nel Theatrum historicum de virtutibus et vitiis illustrium virorum et fæminarum (Francofurti, 1661), parlando di Cesare Borgia, dice: «Nominis sui omen secutus, superbum vexillis titulum, Aut Cæsar, aut nihil, inscribi jussit; quod Sannazarius versiculis haud tamen satis salsis redarguit,

          Aut nihil aut Cæsar vult dici Borgia: quidni?
               Quum simul et Cæsar possit, et esse nihil.»

È da notarsi che il Cancellieri nella Lettera al Ciampi sopra le sue Feriae Varsavienses e le spade de’ più celebri Sovrani e Generali (nell’Effemeridi letterarie di Roma, marzo 1821) parla della celebre spada, tutta arabescata, del Valentino, la quale porterebbe inciso da ambo le parti il suddetto motto. Ma il Cancellieri fu tratto in errore, poichè la preziosa arme, nota fra gli amatori sotto il nomignolo di Regina delle Spade, e lavoro finissimo, a quanto pensa l’Yriarte, di M. Ercole Fedeli, ebreo convertito di Reggio, non contiene affatto quel motto, benchè porti altre divise cesariane, come le seguenti: Cum nomine Cæsaris omen, Jacta est alea. Questa spada che fu già del famoso abate Galiani, appartiene oggi alla famiglia romana dei principi Caetani di Sermoneta: vedansi un articolo di A. Ademollo, La Spada del Duca Valentino nel Fanfulla della Domenica, n. 23-24. anno 1879, e l’opera citata dell’ Yriarte, di cui la terza parte è appunto dedicata alla spada di Cesare Borgia. Anche di Giulio Cesare si narra (Plutarco, Vita Cæs., cap. XI) che volesse piuttosto essere il primo in un povero villaggio delle Alpi che il secondo a Roma. Ma è umano sentimento questo di voler primeggiare, anche in un campo modesto: per cui svariate sono le ambizioni secondo che variano le condizioni e le attività degli individui, e così soleva Nicola Vedova, veneziano (m. verso il 1840). famosissimo artista comico, soddisfare alla propria vanità, dicendo: