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[1019-1020] Nazioni, città, paesi 331


pest, 1895, pag. 22) sostiene che l’attribuzione non ha fondamento: tuttavia finora nessuno ha saputo suggerire altro nome di possibile autore. Si nota che il primo emistichio è tolto da Ovidio:

Bella gerant alii! Protesilaus amet.

(Heroides, epist. XIII. v. 84).

e che il motto

1019.   Felix Austria.1

si trova già sopra un sigillo del duca Rodolfo IV d’Absburgo (ved. Kürschner, Die Urkunden Herz. Rudolfs IV., nell’Archiv für österr. Gesch., vol. 49, 1872, pag. 30.

Di un altro sovrano austriaco, l’imperatore Federico III detto il Pacifico (1415-1493) è il motto nascosto nelle sigle A. E. I. O. U. che a quanto narra il Lambecio furono dall’imperatore stesso poste sull’ingresso del suo palazzo in Vienna, nonché sui suoi libri, sollecitandone la spiegazione a variis curiosissimis ingeniis, i quali tutti suggerirono spiegazioni diverse ma nessuno seppe indovinare quella che l’imperatore stesso aveva inventata: Explicatio autem - egli sentenziò — hujus simboli est haec:

1020.   Austriae Est Imperare Orbi Universo.2

che poteva anche dirsi in tedesco: Alles Erdreich Ist Oesterreich Unterthan. Alle spiegazioni non legittime trovate allora, altre se ne sono aggiunte dopo, e non va taciuta quella più nota delle altre: Austria Erit In Orde Ultima che vuol dire: «L’Austria durerà quanto il mondo», ma che i nemici dell’Austria interpretavano con poca proprietà: «L’Austria sarà l’ultima nazione del mondo»! Qualche storico aggiunge che le sigle A. E. I. O. U. comparvero per la prima volta nel 1438 per la incoronazione di Alberto II (predecessore di Federico III nell’impero) e allora erano così spiegate: Albertus Electus Imperator Optimus Vivat.

Più recente è la frase con cui Francesco Palacky, storico e uomo politico della Boemia, nel celebre manifesto alle nazioni d’Europa divulgato nel 1848 in occasione del Parlamento di


  1. 1019.   Austria felice.
  2. 1020.   All’Austria spetta l’impero del mondo.