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[1015-1017] | Nazioni, città, paesi | 329 |
Invece, della Germania ho, in questo capitolo, meno agri ricordi: e per prima, l’arguta definizione che della Prussia ha dato, come si crede, Victor Cousin:
1015. La Prusse, le pays classique des écoles et des casermes.1
e poi la spavalda frase di Bismarck detta nel Reichstag tedesco il 6 febbraio 1888, a proposito dell’attitudine minacciosa della Russia di fronte alla Germania:
1016. Wir Deutsche fürchten Gott, sonst Nichts auf der Welt.2
Germania ed Austria sarebbero il nido dell’uccellaccio di così ingrata memoria per gl’italiani:
1017.
L’Aquila grifagna
Che per più divorar due becchi porta.
che sono versi di Luigi Alamanni. Narra il Ruscelli (Le Imprese illustri, ediz. di Venezia 1584, pag. 203-204) che Francesco I, dopo la pace di Crespì, mandò l’Alamanni ambasciatore a Carlo V: aveva l’Alamanni nei suoi versi parlato male di Cesare, e Francesco intendeva di riconciliarlo con lui. Comparso Luigi dinanzi all’Imperatore, alla presenza di molti e grandi personaggi fece una bellissima allocuzione; alla quale Cesare, essendo stato attentissimo, poichè fu finita, con volto sereno disse:
l’Aquila grifagna
Che per più divorar due becchi porta.
Questi versi di Luigi, pronunciati dal Monarca quasi a sperimentare lo spirito del poeta, non lo perturbarono; anzi con grande alacrità rispose avere scritto come poeta al quale è proprio il fanoleggiare, ora ragionare come ambasciadore cui si disconviene il mentire; avere scritto come giovane, parlare come vecchio. Allora avere scritto pieno di sdegno e di passione per ritrovarsi dal