Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
[1010-1011] | Nazioni, città, paesi | 327 |
bre 1650 un abboccamento col suo potente avversario, il Mazarino, a Bourg presso Bordeaux. Il cardinale condusse seco alla messa in carrozza il duca e due persone del seguito (una delle quali era il Lenet medesimo), e mentre erano in via, disse sorridendo: «Qui auroit cru il y a quinze jours, voire huit, que nous eussions été tous quatre aujourd’hui dans un même carrosse? — Tout arrive en France, lui repartit le duc de la Rochefoucauld.» Si cita anche, con diverso concetto, l’inciso staccato:
Tout arrive.
Ricordiamoci che, volere o no, siamo in quella che è convenuto di chiamare
1010. La grande Nation.1
Napoleone Bonaparte usò la frase in un suo proclama al Popolo Cisalpino prendendo da esso congedo per tornare in Francia, del 17 novembre 1797 (Lanfrey, Napoléon I, to. I, cap. X) e soleva ripeterla di frequente: vedi Las Cases, Memorial de Sainte- Hélène, sotto la data del 31 ottobre 1816; anche Napoleone III rivendicò al suo grande zio la paternità di questa frase in una lettera scritta a Rouher il 12 aprile 1869 per il centenario della nascita di Napoleone I. Tuttavia essa si trova già in Goethe, Unterhaltungen deutscher Ausgewanderten von 1793 u. 1795 e in una lettera di Giuseppe De Maistre al barone Vignet des Etoles del 1794: vedi Glaser, Graf J.de Maistre, Berl., 1865, pag. 17.
Che i Francesi si credano realmente un popolo privilegiato e superiore a tutti gli altri, non è cosa d’oggi:
1011. Gesta Dei per Francos.2
è il titolo di una raccolta di storici delle Crociate e del regno franco di Gerusalemme, pubblicata nel 1611 da Jac. Bongarsius. Il titolo della raccolta rivela lo spirito col quale fu fatta, cioè di mostrare nel popolo Francese uno strumento prediletto della Provvidenza.
La verità è che la Francia ha sempre destato tanto rancori quanto amori vivissimi. Quanti nel lasciarla non hanno mentalmente ripetuto le storiche parole: