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312 Chi l’ha detto? [976]


com’è più volte chiamata Venezia nell’ode Venezia e Milano, giudicata il capolavoro di Goffredo Mameli, e scritta per un’accademia data al teatro Carlo Felice di Genova, dopo l’armistizio Salasco, a beneficio dell’eroica città, bombardata, affamata, decimata dal colera.

La città ricca di glorie nuove (e l’ultima guerra aggiunse altre fronde alla sua corona), porta degnamente l’onore delle glorie antiche, del tempo in cui essa era la signora dei mari, in cui vasti domini di terraferma e d’oltremare riconoscevano l’imperio dei buoni Veneziani. E donde questo epiteto di buoni? Venezia sul principio del sec. XV aveva tolto con le armi agli Imperiali e al Patriarcato di Aquileja tutto il Friuli e non restava che la Comunità dei Cadorini la quale innanzi di sottomettersi a S. Marco volle prima essere sciolta dal vincolo del giuramento di fedeltà che la legava al Patriarca. E poi che questi la mise in pieno arbitrio di disporre di sè medesima, fu convocata la generale assemblea per deliberare; e fu dapprima deciso di pregare Dio perchè in così grave frangente illuminasse le menti dei consiglieri. «Era di que’ tempi in Valle, borgo intorno a due millia da Pieve [di Cadore] - narra mons. Giuseppe Ciani nella Storia del Popolo Cadorino, vol. I, pag. 395 (Padova, 1856) — una Cappella consacrata nel titolo dello Spirito Santo: a quella i sedenti in Consiglio mossero concordi; e fatta quivi cantare la Messa dello Spirito Santo, pregato ed invocato il divino suo lume, si restituirono nella sala da cui erano due ore prima partiti. Messisi tutti al loro posto, non più discussioni, non dispareri; sì levossi un grido unanime:

976.   Eamus ad bonos Venetos.1

e questo grido fu più volte ripetuto: Eamus ad bonos Venetos; andiamo a’ buoni Veneziani. Uno de’ Consiglieri, spalancata una delle finestre che guardavano la piazza: Eamus (gridò con voce più alta che potè), eamus ad bonos Venetos: e il popolo, di che era piena la piazza: Benissimo (gridò), benissimo, eamus ad bonos Venetos: questo da tanto tempo il nostro voto.» Ciò accadeva in uno degli ultimi giorni del luglio 1420.


  1. 976.   Andiamo con i buoni Veneziani.