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[973-975] | Nazioni, città, paesi | 311 |
e spingiamoci fino alla spiaggia del mare: eccoci là dove
973.
Rotta dal vento nell’adriaco lido
Sempre è l’onda del mare, e par che pianga.
Siamo sulle rive dell’
974. Amarissimo Adriatico.
come disse Gabriele d’Annunzio. L’11 gennaio 1908 al Teatro Argentina in Roma alla presenza dei Sovrani si dava con enorme successo la prima rappresentazione della Nave di Gabriele d’Annunzio, al quale pochi giorni dopo, il 15, per iniziativa del giornale Il Tirso era offerto un banchetto dalla stampa romana e da un gruppo di ammiratori e di amici: tra gl’invitati il ministro Rava. Ai brindisi il Poeta, ricordato un singolar costume dei Veneti primi, i quali ogni notte portavano le arnie delle loro api sulle navi risalendo i fiumi perchè le api trovassero ogni giorno pasture nuove, continuò: «Ecco che anch’io, oggi, per voi, amici e compagni, ho la mia Nave carica del miele più diverso. Assaporo con gioia l’insolita larghezza e ne spero i più attivi fermenti. Ma il fedele bevitore di acqua, infondendone una stilla nel vino che vorrebbe nato dalla più schietta e profonda vite laziale, beve da Roma, in compagnia di buoni italiani d’ogni terra, beve da Roma all’amarissimo Adriatico». - «L’Ambasciatore d’Austria-Ungheria, a Roma, fece un casus belli dell’amarissimo Adriatico: - così narra Silvio Ghelli in Austria nemica (Milano, 1916, a pag. 116) — la stampa austriaca gonfiò l’aggettivo al punto di chiedere la testa dell’on. Rava, perchè, nella sua qualità di Ministro, non aveva fatto diventar dolce l’amaro!... Richiesto il d’Annunzio del significato dell’amarissimo, scrisse: è chiaro e ovvio a tutti quanti sono ancora buoni italiani in Italia, il senso sin troppo aperto e manifesto dell’allusione. L’amarezza, quindi, dell’Adriatico, deve venir riferita solo a quel nostro polmone sinistro ammalato, che travaglia e rende perpetuamente inferma, nella sua costa orientale, la vita della moderna Italia».
Qui su cento isolette sorge dal mare in una festa di colori
975. La gran mendica.