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236 Chi l’ha detto? [728-730]

è nel ritornello di un inno famoso, l’Invito alle armi, composto nel 1848 per esultanza del motuproprio del Granduca di Toscana che istituiva la Guardia Civica. Il sig. Duilio Lucattelli nel Fanfulla della Domenica, n. 9 del 27 febbraio 1916, afferma che il canto ebbe origini popolari, che forse nacque fra la studentesca romana, o come altri asserisce, fra quella pisana, che gl’ignoti autori vi rifusero reminiscenze di altri canti del Risorgimento e che tra gli altri i versi del ritornello (che fu poi applicato anche ad altri inni) e che pur oggi si citano, se non altro scherzosamente, sono un adattamento di un ritornello della poesia di T. Ciconi, La Ronda:

Zitto! silenzio! Chi passa là?
    Passa la Ronda! Viva la Ronda!
    Viva l’Italia, la libertà!

728.   Si scopron le tombe, si levano i morti.

è il primo verso del celebre Inno di Garibaldi, scritto nel 1859 da Luigi Mercantini per incarico del generale medesimo, e musicato da Alessio Olivieri. Torneremo più tardi sulla storia di questo glorioso inno.

729.   Soldati, all’armi, all’armi,
     Son pronti i battaglioni,
     I brandi ed i cannoni
     La morte a fulminar.

è un altro inno patriottico delle campagne del 1859, composto da Giuseppe Pieri e musicato da Rodolfo Mattiozzi.

730.   Delle spade il fiero lampo
     Troni e popoli svegliò;
     Italiani, al campo, al campo,
     È la madre che chiamò.
            Su, corriamo in battaglioni
            Fra il rimbombo dei cannoni,
            L’elmo in testa, in man l’acciar....
            Viva il Re dall’Alpi al mar!