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226 Chi l’ha detto? [705-707]


tobre 1854), carica dovuta, pare, a un ordine male inteso, e da cui ritornò appena un terzo della brigata. Vedi: Layard, La première campagne de la Crimée ou les batailles mémorables de l’Alma, de Balaklava et d’Inkermann, trad. franc. Bruxelles, 1855, a pag. 72.

Una notevole sentenza di Tacito intorno alla guerra, e che potrebbe facilmente applicarsi a molte altre faccende umane è questa:

705.   Iniquissima hæc bellorum conditio est, prospera omnes sibi vindicant, adversa uni imputantur. 1

(Vita di Agricola, § 27 ).

Fra tutte le guerre, più dolorose e feroci che le altre sono le guerre civili, sì per l’orrore che destano, sì per l’accanimento che i combattenti vi portano. Di esse parlava il Manzoni nei due notissimi versi:

706.   I fratelli hanno ucciso i fratelli:
Questa orrenda novella vi do.

(Il Conte di Carmagnola, coro nell’atto II ).
intorno ai quali si narra il seguente aneddoto. Tommaso Grossi, mandando al Manzoni un esemplare della sua novella l'Ildegonda, scrisse sul frontespizio: «Questa orrenda novella ti do»; ma in risposta il Manzoni con arguzia gentile scrisse di sopra il verso che precede: «I fratelli hanno ucciso i fratelli», a significare modestamente che il Grossi aveva superato lui Manzoni.

Sempre a proposito delle guerre civili che insanguinano le vie, si può ripetere la frase di Jean François Ducis, poeta tragico (1733-1816):

707.   La tragèdie court les rues. 2

Egli scrisse nei tristi giorni del Terrore a uno dei suoi amici: Que parles-tu, Vallier, de faire des tragédies? La tragédie court les rues (Campenon, Essais de mémoires sur la vie de Ducis,


  1. 705.   Questa cosa ingiustissima segue in ogni guerra, che tutti si arrogano il merito dei prosperi successi, e gli avversi ad un solo sono rimproverati.
  2. 707.   La tragedia corre per le vie.