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202 Chi l’ha detto? [654-656]

Critica, vol. XVI, pag. 115, annota che di ciò nel pensiero del Goethe non era nulla e che l’epigramma vuol essere soltanto una satira del metodo socratico d’insegnamento.

Ben più temperato e ragionevole del Proudhon si mostrava - e non poteva essere altrimenti - Giuseppe Mazzini dicendo:

654.   Non bisogna abolire la proprietà perchè oggi è       di pochi, bisogna aprire la via perchè i molti          possano acquistarla.

(G. Mazzini, Doveri dell’uomo, XI, § 2).

La verità però è che le teorie socialistiche hanno fatto un gran cammino, e non sono più il monopolio di pochi esaltati, ma sono difese e discusse anche da pensatori profondi ed onesti i quali hanno saputo organizzare le masse coscienti e lavoratrici, secondo l’ormai storica frase:

655.   Proletarier aller Länder, vereinigt Euch.1

che è l’invocazione finale del Manifesto del Partito Comunista compilato da Carlo Marx e Federico Engels per incarico del Congresso della Lega Comunista di Londra (novembre 1847) e pubblicato da prima a Londra in lingua tedesca all’alba del 1848, e poi tradotto in tutte le lingue.

Il libro di Marx fu per molto tempo il vangelo, le pandette del Socialismo. Qualche anno fa parve fosse un po’ dimenticato e un notissimo uomo di stato disse la famosa frase:

656.   Carlo Marx è stato mandato in soffitta.

Fu alla Camera dei Deputati alla 2ª tornata dell’8 aprile 1911, che chiudendosi la discussione sulle comunicazioni del governo, cioè sul programma esposto dall’on. Giovanni Giolitti, che presentava il suo nuovo ministero (succedendo al gabinetto Luzzatti), l’on. Giolitti stesso, rispondendo ai suoi oppositori e rilevando l’allarme sorto nel partito liberale quando egli aveva invitato l’on. Bissolati - che allora non accettò - a prender parte al governo, diceva: «Sono passati otto anni, il paese ha camminato innanzi, il partito socia-


  1. 655.   Proletari di tutti i paesi, unitevi.