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[651] | Governo, leggi, politica | 199 |
parativi della Festa della Federazione il 14 luglio: la musica fu quella di un’aria di contraddanza allora in gran voga, composta da Bécourt col titolo Carillon national la paternità delle parole fu rivendicata da Ladré, poeta delle vie e cantastorie ambulante, il quale nel 1793 chiese al Comitato di Salute Pubblica una ricompensa nazionale come autore dello Ça ira; ma queste due parole che sono il primo verso e il ritornello della canzone, sono certamente anteriori alla composizione di Ladré, e forse non è senza fondamento la congettura di coloro che ne fanno risalire le origini a Benjamin Franklin, il quale già nel 1776 soleva rispondere con le parole stesse a chi gli domandava novelle della grande rivoluzione americana. È certo che la composizione di Ladré era troppo letteraria per diventare popolare. Nel 1790 probabilmente se ne cantava un solo couplet:
Ça ira,
La liberté s’établira,
Malgré les tyrans, tout réussira.
È soltanto sotto il Terrore, nel terribile 1793, che fu fatta da ignoti la feroce variante, che è la più conosciuta:
Ça ira,
Les aristocrates à la lanterne!
Les aristocrates on les pendra!
In questo medesimo tempo erano di moda i famosi versi:
651. Et des boyaux du dernier prêtre
Serrons le cou du dernier roi.1
Et ses mains ourdiroient les entrailles du prêtre,
A défaut d’un cordon, pour étrangler les rois.
- ↑ 651. E con le budella dell’ultimo prete stringeremo la gola all'ultimo re.