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A chi legge xvii

gran parte lasciarne il merito alla disposizione da me adottata, la quale, alla meglio o alla peggio, ne ha fatto un libro di cui, almeno per qualche pagina, la lettura continuata è sopportabile.

Per lo schema di classificazione, mi sono dunque attenuto a quello ormai notissimo che Giuseppe Giusti scelse per la sua Raccolta di proverbi toscani, che egli stesso tolse dal libro di Orlando Pescetti, di Marradi, sui Proverbi italiani (1603), che Gino Capponi, editore della raccolta giustiana, ricorresse, e che fu adottato con lievi modificazioni dal Pasqualigo, dal Pitré, e da molti altri dei nostri migliori paremiografi. Naturalmente io pure ci ho portato quei necessari ritocchi che la diversità del lavoro richiedeva; e per ultimo ci ho aggiunto, facendone la terza parte del volume, alcuni paragrafi più comprensivi destinati a contenere e ordinare sommariamente, per lingue e per tempo, quelle frasi per le quali una classificazione ragionata era difficile od anche impossibile. La seconda parte, aggiunta per la prima volta in questa edizione, contiene le frasi storiche relative alla Grande Guerra: dei criteri con i quali ho fatto questa scelta e delle ragioni per le quali le frasi che la costituiscono, si presentano qui tutte riunite, dirò più ampiamente alla pag. 601 e segg. L’indice dei paragrafi e le annotazioni che ho fatte in principio a molti di essi nel testo, chiariranno meglio il mio concetto in questo ordinamento.