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[487] | Fatti e avvenimenti storici | 147 |
Generale Alfonso La Marmora (Firenze, Barbèra, 1880) da cui l’articolo stesso era stralciato, non si può più dubitare che quelle parole furono suggerite dall’Imperatore Napoleone III come variante alle bozze del discorso che gli era stato mandato in esame: la frase fu scritta da lui in francese («tout en respectant les traités, nous ne pouvons pas rester insensibles aux cris de douleur qui viennent jusqu’à nous de tant de points de l’Italie») e la minuta pubblicata dal Vayra non conteneva che la traduzione letterale fatta di pugno di Vittorio Emanuele sul testo imperiale.
È stato opportunamente osservato (ved. una lettera del sig. Gino Trespioli nel Corriere della Sera, di Milano, del 24 marzo 1912) che la storica frase non fu improvvisata da Napoleone lì per lì, ma era pensiero maturato da lunghi anni: essa già si trova nell’opuscolo Onor militare, pubblicato il 18 maggio 1833 e firmato Un vecchio soldato italiano. Il «vecchio soldato» era il giovanissimo cospiratore, Luigi Napoleone Bonaparte, che rivolto agli eserciti dei vari stati italiani, eccitava a prestare orecchio «al grido di dolore che sale da ogni parte della Penisola». Ventisei anni dopo, quella frase Napoleone III dettava a Vittorio Emanuele II.
Si può pure aggiungere, per la storia del grido di dolore, che secondo un piano sottoposto da Cavour a Napoleone III e da questo approvato, l’occasione alle ostilità fra Piemonte e Austria nel 1859 doveva esser porta da una protesta che sarebbe stata presentata dai cittadini di Carrara al re Vittorio Emanuele contro la oppressione del Duca di Modena e dal conseguente intervento del re in favore della città tiranneggiata. Le circostanze politiche resero superfluo tale intervento (ma la protesta fu effettivamente presentata con le firme di 3000 cittadini carraresi), tuttavia la frase del «grido di dolore» fu assai probabilmente inserita nel discorso della Corona per preparare l’opinione pubblica a questo avvenimento.
Dovrebbero trovar posto qui, per l’ordine cronologico, le molte frasi ispirate ai gravi avvenimenti di questi ultimissimi anni: ma prego il lettore di volerle cercare invece in un capitolo che ho nuovamente aggiunto alla presente edizione, il cap. 80, che costituisce la parte II dell’opera e che raccoglierà le frasi sorte dalla Grande Guerra.