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146 | Chi l’ha detto? | [487] |
del citato articolo (Bari, Gius. Laterza e figli, 1914), benchè nel frattempo io gli avessi scritto avvertendolo che la stessa osservazione io aveva già fatto sin dal 1895, cioè nella prima edizione di questo libro ed egli mi avesse risposto riconoscendo l’errore in cui era caduto.
487. Grido di dolore.
Nel discorso della Corona letto da Vittorio Emanuele all’apertura del Parlamento subalpino il 10 gennaio 1859 si contenevano queste memorabili parole: «Confortati dall’esperienza del passato andiamo risoluti incontro alle eventualità dell’avvenire. Quest’avvenire sarà felice, riposando la nostra politica sulla giustizia, sull’amore della libertà e della patria. Il nostro paese, piccolo per territorio, acquistò credito nei consigli dell’Europa perchè grande per le idee che rappresenta, per le simpatie che esso ispira. Questa condizione non è scevra di pericoli, giacchè nel mentre rispettiamo i trattati, non siamo insensibili al grido di dolore che da tante parti d’Italia si leva verso di noi. Forti per la concordia, fidenti nel nostro buon diritto, aspettiamo prudenti e decisi i decreti della divina provvidenza.» Leggasi nel libro del Massari, la Vita di V. E. di Savoia (vol. I, pag. 367), il drammatico racconto di quella memorabile seduta, e dell’effetto prodotto dal grido di dolore.
Si è discusso a lungo se il coraggioso linguaggio del Re fosse dovuto a iniziativa di lui, o del Ministero, o ai suggerimenti dell’alleato di Francia. La discussione parve chiusa quando Pietro Vayra nel suo libro Il Museo storico della Casa di Savoia (Torino, 1880) pubblicò un facsimile del discorso della Corona nel testo proposto al Re dal Ministero con le correzioni portatevi di suo pugno dal Sovrano stesso che ne mutavano completamente il tono e l’ardimento, dove la celebre frase si legge tutta di mano di Vittorio Emanuele. Oggi invece dopo la esauriente e documentata memoria di L. C. Bollea, Il «grido di dolore» del 1859 nel Bollettino storico-bibliografico subalpino, anno XVI, 1911, n. IV, pag. 219-256: la quale conferma la versione già narrata dal Massari stesso, prima in un articolo del Fanfulla della Domenica, 1880, n. 6 (Il grido di dolore - Episodio del Risorgimento Italiano narrato da un testimonio oculare), quindi nel volume Il