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[481-482] | Fatti e avvenimenti storici | 143 |
piazza del molo, e posta insieme grossa partita di gente a loro simile, garzoni di tavernari, pattumai, ciabattini, pescivendoli, fornai e facchini da carbone e vino, presentaronsi avanti al pubblico palazzo, chiedendo con urli e schiamazzo le armi ecc. ecc.»
L’Accinelli ha attinto all’anonima Storia dell’anno 1746 pubblicata ad Amsterdam l’anno seguente: anche il Muratori narra il fatto negli Annali d’Italia all’anno 1746 (il cui volume uscì nel 1749), senza fare il nome del ragazzo: e così varii storici posteriori, ma nè le cronache sincrone, nè le molte poesie del tempo ne fanno menzione. in un bello studio sulla leggenda di Balilla pubblicato nel 1888 in un volume intitolato Uomini e libri, da questi e da altri argomenti deduce, con sufficiente probabilità, che se pure un ragazzo ebbe parte, più o meno importante, nello scoppiare della gloriosa sommossa genovese, non vi sono argomenti per sostenere che avesse l’uno o l’altro nome o soprannome; ed anche un testo sincrono, trovato recentemente dal cav. Luigi Cervetto, se conferma che la rivoluzione genovese ebbe principio dalle sassate «de li ragazzi», non fa nomi di sorta (ved. un art. di E. G. Parodi, Balilla fu Balilla? nel Marzocco del 18 agosto 1907). Nondimeno il Municipio Genovese il 30 settembre 1881, centenario della morte di un Giambattista Perasso, voluto identificare col Balilla della leggenda, inaugurava una lapide commemorativa, sulla facciata della casa in vico Capriata, n. 3, dove il Perasso sarebbe vissuto e morto.
È pure celebre la risposta di Emmanuel-Joseph Siéyès:
481. J’ai vécu1
482. Finis Poloniæ!2
che sarebbe stata gridata da Taddeo Kosciuszko alla sconfitta di Maciejowice (10 ottobre 1794); ma che egli stesso smentì in una lettera al Conte de Ségur del 12 novembre 1803 (pubblicata nella