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134 Chi l’ha detto? [452-454]

è mandato a tener compagnia a Guglielmo Tell, anche questa pretesa origine del motto dell’ordine della Giarrettiera ha trovato i suoi increduli. Vedasi il Fournier nell’Esprit dans l’histoire (cap. XIII), e i numerosi autori che questi cita. Secondo altri, Edoardo III avrebbe detto queste medesime parole alla battaglia di Crécy (26 agosto 1346), avendo fatto legare ad una lancia la propria giarrettiera perchè servisse d’insegna militare. Comunque sia, questo pare stabilito che il motto fosse proverbiale in Francia già molto tempo innanzi di questi fatti.

È ben raro che tu possa confondere alcuno con le perentorie parole del poeta aretino:

452.   Non c’è scusa, il fatto accusa.

e anche andrai cauto nel far prognostici che poi smentiti dal fatto possano ricoprirti di rossore. A ogni domanda indiscreta e capziosa potrai dare la modesta, e un po’ canzonatoria, risposta di Amos al gran sacerdote Amasia:

453.   Non sum propheta, et non sum filius prophetæ: sed armentarius ego sum vellicans sycomoros.1

Il sicomoro, o fico-gelso (ficus sicomorus, Linn.) dà, com’è noto, un frutto piccolo, poco gustoso, che pure forma spesso il cibo principale dei più poveri pastori dell’Arabia.

Nel nostro linguaggio parlamentare è rimasta proverbiale una frase disgraziata, esempio di grave avventatezza di giudizio, quella dei

454.   Quattro predoni.

Eccone la storia, non inutile a rievocare anche per i tempi presenti. Nella seduta del 24 gennaio 1887 il deputato De Renzis interrogò il ministro degli Affari Esteri sulla verità dei dispacci indicanti come possibile un attacco abissino contro le nostre truppe d’Africa. Il ministro che era Carlo Fel. Nicolis Di Robilant,


  1. 453.   Non sono profeta, nè figlio di profeta, ma sono un pastore che mi cibo di fichi selvatici.