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[414-417] | Errore, fallacia dei disegni, ecc. | 121 |
414. Os ex ossibus meis, et caro de carne mea.1
415. Erunt duo in carne una.2
Il Vangelo di S. Matteo soggiunge anche nel vers. seguente (6): «Quod Deus coniunxit, homo non separet.»
E finirò col verso ovidiano, di cui la satira misogina si vale per raggiungere le donne fino in teatro dove esse:
416. Spectatum veniunt, veniunt spectentur ut ipsæ.3
§ 24.
Errore, fallacia dei disegni
insufficienza dei propositi
L’errore è cosa affatto umana, come dice un trito adagio latino (errare humanum est), ed è segno di grande vanità il credere di sottrarvisi e di essere infallibile. Un proverbio toscano dice che anche il prete sbaglia all’altare, e Orazio ammonisce che:
417. Quandoque bonus dormitat Homerus.4
Nonostante tutto questo, il mondo è meno indulgente per gli errori che per le colpe, ciò che spiega il modo di dire: