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[371-372] Donna, matrimonio 109

i più insistono nell’imprecare ai difetti loro, e principalmente alla loro incostanza e volubilità. Qui i classici non mancano davvero; e poiché tutti, a momenti perduti, sia per gusto proprio, sia.... per dispetto altrui, zufolano l’aria della canzone del Duca nel melodramma Rigoletto, di F. M. Piave, musica di Verdi (a. III, sc. 2):

371.   La donna è mobile
Qual piuma al vento,
Muta d’accento — e di pensier.

vale la pena di ricordare che questi meschini versi, ai quali il fascino della musica dette celebrità, non sono che la parafrasi (stavo per dire la parodia) del couplet di Francesco I:

372.   Souvent femme varie,
Bien fol est qui s’y fie!
Une femme souvent
N’est qu’une plume au vent!1

nel celebre dramma di Victor Hugo, Le roi s’amuse (atto IV, sc. 2), rappresentato e stampato per la prima volta nel 1832, e che è il prototipo del melodramma italiano. I primi due versi, che sono da lungo tempo quasi proverbiali in Francia, avrebbero origine ben più antica. La leggenda vuole che Francesco I, parlando con sua sorella Margherita di Angoulême della incostanza delle donne, li scrivesse col diamante del suo anello sopra un vetro di finestra al castello di Chambord; vetro che naturalmente oggi più non esiste, ma sulla cui fine si hanno versioni diverse, e gli uni lo rimpiangono venduto a un inglese ricchissimo, gli altri lo dicono rotto da Luigi XIV per cavalleria verso Mad. de la Vallière. Il Fournier (L’Esprit dans l’histoire, cap. XXII) non vuol credere a questo romanzetto, e riduce la verità entro più modesti confini, cioè al racconto di Brantôme, il quale nel quarto disc. delle Vies des Dames galantes (art. III: De l’amour des veufres),


  1. 372.   Sovente muta la donna e ben pazzo è colui che in lei confida; sovente la donna non è che piuma al vento.