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[365] Donna, matrimonio 107

«Ed ecco quel che Fausto ha trovato. È morto in un desiderio più in là e più in su; ed è in cielo dove il più in là e il più in su è infinito. Ha ora davanti a sè la sua innamorata terrena, tanto infetta di peccato quaggiù, in istato di gloria; e questa la Vergine l’assicura che, se Fausto la vede o, per meglio dire la sente, ha sentore di lei, vorrà salire tanto in alto quanto ella sale. Fausto ha ora modo, spazio e ragione di salire più in alto. Le parole del Chorus mysticus spiegano, descrivendolo, e raccogliendone il suo significato ideale, ciò che accade d’intorno a lui.

«Margherita appare spogliata oramai d’ogni accidentalità passeggiera nella natura della donna; essa, le tre penitenti Marie e la Mater Gloriosa, son diventate del pari l’eterno femminino, e lo rappresentano. Anche Elena l’ha rappresentato a suo modo in un altro momento del poema. Che è questo eterno femminino? E l’idealità a cui l’uomo sempre mira e che non riesce mai ad appropriarsi tutta; è quella regione dei tipi in cui Fausto è andato ad evocare Elena che gli si è infine dileguata dagli occhi. Quivi la Mater Gloriosa si libra e sorvola; lassù l’uomo è attratto senza posa e con infinito suo tormento e conforto.»

Se con questo non vi siete fatti ancora una chiara idea di quel che è il femminino eterno, leggete il bello studio di Michele Kerbaker: L’Eterno femminino e l’Epilogo celeste nel Fausto di Goethe, negli Atti dell’Accademia Pontaniana e ristampato a parte (Napoli, Pierro) nel 1903: lo Zumbini nella prefazione preposta a questo saggio dice che esso è «la più bella cosa che sul capolavoro del Goethe abbia la critica italiana.»

Arrigo Boito ricordò la frase goethiana quando nel Mefistofele, parole e musica di lui medesimo (atto IV), fece dire da Faust ad Elena:

365.   Forma ideal purissima
Della bellezza eterna.

In questa fiorita di frasi e sentenze sulla donna ci limiteremo naturalmente a spigolare nel vasto campo, ricordando i motti rimasti veramente popolari, e rimandando, chi sia vago di saperne di più, alle numerose raccolte speciali, e in modo particolare al dilettevole