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[288-290] Coscienza, gastigo dei falli 79

del Cinque Maggio, composto da Olindo Guerrini per la morte di Napoleone III col titolo IX Gennaio (1873), i due versi seguenti:

Dove peccò, l’Altissimo
Punisce il peccator.

Vero è che qualche scettico potrebbe ripeterci il verso di uno scrittore, meno autorevole certamente della Bibbia, il commediografo Molière, il quale avrebbe detto che:

288.   Il est avec le ciel des accommodements.1

ma Molière non scrisse proprio così, bensì scrisse nella commedia Le Tartuffe ou l’imposteur, atto IV, sc. 5:

Le ciel défend, de vrai, certains contentements:
Mais on trouve avec lui des accommodements.

Egli dunque parlava di certe comode transazioni che gl’ipocriti, simboleggiati nell’immortale Tartuffo, fanno con la propria coscienza, ma non osò dubitare della giustizia divina, e del gastigo che i rei dovranno finalmente ricevere per le loro colpe, se non altro nel terribile giorno del giudizio finale. Si allude a questa credenza cristiana ripetendo usualmente, anche in altro senso, le parole latine

289.                  Dies iræ, dies illa.2

che sono il primo verso di un inno liturgico, cui si dà il titolo spurio In die iudicii, attribuito con molto fondamento al B. Tommaso da Celano, discepolo di S. Francesco d’Assisi, e morto verso il 1275 a Tagliacozzo. La sequenza che descrive con mirabile realismo il giorno del giudizio universale, fu introdotta fin dai primi tempi nella messa de’ defunti; e questo faceva dire al Giusti:

290.           Tra i salmi dell’Uffizio
          C’è anco il Dies irae:
          O che non ha a venire
          Il giorno del giudizio?

(La terra dei morti, str. 15).

  1. 288.   Anche col cielo c’è modo di accomodarsi.
  2. 289.   Il giorno dell’ira, quel giorno....