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Chi l’ha detto?

[285-287]

285.   Vidi impium superexaltatum et elevatum sicut cedros Libani. Et transivi, et ecce non erat: et quæsivi eum, et non inventus locus ejus.¹

(Salmo XXXVI, v. 35-36).

286.   Super aspidem et basiliscum ambulabis: et conculcabis leonem et draconem.²

(Salmo XC, v. 13).

Queste parole del Salmista è fama che avrebbe ripetuto il papa Alessandro III quando a Venezia il 1º agosto 1177 ricevette atto di obbedienza da Federico I Imperatore, il quale avrebbe risposto:

Non tibi sed Petro, cui successor es, parem,

e il papa di rimando:

Et mihi et Petro.

Il Muratori (Annali, XVII, 82) nega l’autenticità dell’episodio e come osserva il Besso (Roma e il Papa ecc., nuova ediz., pag. 226) il carattere onesto e dignitoso di Alessandro consiglia di dubitarne. La controversia, se il detto abbia o no un fondamento storico, non è risolta: ma non sarà inutile ricordare che della tradizione è fatto ricordo già nei versi che nel 1343 scriveva il Castellano Bassanese, De Venetiana pace inter Ecclesiam et Imperium, pubblicati per la prima volta da Attilio Hortis nell’Archeografo triestino, giugno 1889.

È pure della Bibbia il seguente

287.   Per quæ peccata quis per hæc et torquetur.³

(Sapienza, cap. XI, v. 17).

a proposito del quale, se non è irriverenza ravvicinare la Bibbia a Stecchetti, mi sia concesso citare di uno fra i tanti travestimenti

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1. 285.   Io vidi l’empio a grande altezza inalzato, come i cedri del Libano. E passai, ed ei più non era, e ne cercai, e non si trovò il luogo dov’egli era.
2. 286.   Camminerai sopra l’aspide e sopra il basilisco: e calpesterai il leone e il dragone.
3. 287.   Per là dove l’uomo pecca, egli sarà punito.