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parenze; 2.° incarna in queste apparenze delle idee; 3.° procura a un tempo godimento ai sensi, al cuore, alla ragione.

Presentiamo ancora, per esser completi, il parere di alcuni autori francesi più recenti. La Psicologia del bello e dell’arte scritta da Mario Pilo1 (1895) afferma che la bellezza è un prodotto delle nostre impressioni fisiche.

Fine dell’arte è il piacere; ma l’autore pensa che questo piacere è di necessità eminentemente morale. Il Saggio sull’arte contemporanea di Fierens-Gevaert (1897) dice che l’arte consiste nell’equilibrio tra la conservazione delle tradizioni del passato, e l’espressione dell’ideale del presente. Infine il Sâr Péladan afferma che la bellezza è una delle manifestazioni di Dio. “Non c’è altra Realtà che Dio, non c’è altra Verità che Dio, non c’è altra Bellezza che Dio.„

L’Estetica di Véron (1878) si distingue dalle opere affini se non altro per maggiore chiarezza e facilità. Senza dare una definizione esatta dell’arte, l’autore ha il merito di sbarazzare l’estetica da tutte le vaghe nozioni

  1. Mario Pilo è un professore italiano. L’A. ha avuto sott’occhi la traduzione francese del suo volume.

    (N. d. T.)