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La bellezza | 29 |
vato dagli estetici del periodo seguente, ma è anche contraddetto nella sua sostanza dal famoso Winckelmann (1717-1768), che disgiunge la funzione dell’arte da ogni fine di moralità, e attribuisce all’arte come suo oggetto la bellezza esteriore, ristretta alla sola bellezza visibile. Secondo il Winckelmann la bellezza è di tre sorta: 1.° la bellezza della forma; 2.° la bellezza dell’idea, che risulta dall’atteggiamento delle figure; 3.° la bellezza dell’espressione che scaturisce dalla fusione delle altre due. La bellezza dell’espressione è il fine supremo dell’arte, e si trova effettuata nell’arte antica; perciò l’arte moderna deve tendere ad imitare l’antica.
Analogo concetto della bellezza si mostra nel Lessing, nell’Herder, nel Goethe e nei più degli altri estetici tedeschi, finchè non venne il Kant ad abbatterlo sostituendo vene un altro affatto diverso.
Nel medesimo perìodo in Inghilterra, in Francia, in Italia e in Olanda sorge uno sciame di teorie estetiche, le quali, benchè indipendenti dalle tedesche, stanno loro a paro per l’oscurità e la confusione.
A detta dello Shaftesbury (1690-1713); “ciò che è bello, è armonico e ben proporzionato;