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Introduzione 5

un contingente così largo della forza nazionale.

E passi per il lavoro che si consuma a soddisfare codeste esigenze artistiche; il peggio si è che vi si sacrificano giornalmente innumerevoli vite d’uomini. Si contano a centinaia di migliaia le persone che sin dall’infanzia non fanno se non apprendere a sgambettare con agilità, a toccare rapidamente i tasti d’un pianoforte o le corde d’un violino, a riprodurre col pennello l’aspetto e il colore del mondo sensibile, a storpiare l’ordine naturale delle frasi, e ad accoppiare le parole nella rima. E tutti costoro, mentre sono di spesso onesti e di buon ingegno e naturalmente atti a mille occupazioni utili, s’abbrutiscono nelle angustie di quella loro professione speciale; diventano, come si suol dire, specialisti, cioè creature di mente ristretta, e piene di vanità, che ignorano tutte le serie manifestazioni della vita, e non sanno più fare altro se non muovere con rapidità le gambe, le dita e la lingua.


Ma la peggiore conseguenza della nostra civiltà artistica non consiste in codesta depressione della vita umana. Mi rammento d’aver un giorno assistito alla prova d’un’o-