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Checcosa dovrà essere l’arte dell’avvenire 237

sarà il prolungamento della nostra arte presente, ma scaturirà da principii affatto diversi, e non aventi nulla in comune con quelli a cui ora s’ispira l’arte delle nostre classi superiori.

L’arte dell’avvenire, destinata a diffondersi tra tutti gli uomini, non avrà più il fine di esprimere dei sentimenti accessibili solo ad alcuni ricchi; avrà il fine di manifestare la più alta coscienza religiosa delle generazioni future. Nel futuro non si considererà come arte se non quella che esprimerà dei sentimenti che spingano gli uomini all’unione fraterna, o anche dei sentimenti così universale da poter essere provati dalla massa degli uomini. Solo quest’arte sarà segnalata fra il resto, ammessa, incoraggiata, diffusa. E tutto il resto dell’arte, tutto ciò che non è accessibile che ad alcuni, sarà considerato come cosa senza importanza e lasciato da parte. E l’arte non sarà più pregiata, come oggidì, solo da una piccola classe di persone ricche; sarà stimata dalla massa degli uomini.

E gli artisti, nell’avvenire, non saranno più, come ora, presi esclusivamente in una piccola classe della nazione; saranno artisti tutti coloro che a qualunque classe appartengano,