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Il cattivo funzionamento dell’arte 227

una cosa inferiore e spoglia di significato per esseri giunti al grado di sviluppo al quale pensano d’esser giunti essi stessi.

Questa conseguenza del pervertimento dell’arte s’era già fatta sentire da un pezzo nella nostra società; ma al presente ha preso uno sviluppo straordinario, grazie agli scritti del celebre Nietzsche e ai paradossi dei decadenti e degli esteti inglesi, che, seguendo Oscar Wilde, prendono volentieri ad argomento dei loro scritti la sovversione d’ogni morale e l’apoteosi della perversità.

Questo concetto dell’arte ha trovato il suo contraccolpo nell’insegnamento filosofico. Ho ricevuto ultimamente dall’America un libro intitolato La Sopravvivenza del più adatto, o la Filosofa della Forza, per Ragnar Redbeard (Chicago, 1897). L’idea fondamentale di questo libro, espressa fin dalla prefazione, è questa, che è assurdo valutare più oltre il bene secondo la filosofia mendace dei profeti ebrei e dei “messia lagrimosi„. Il diritto, per codesto autore, non si fonda che sulla forza. Tutte le leggi, tutti i precetti che c’insegnano a non fare agli altri quello che non vorremmo sì facesse a noi, tutto ciò, per sè stesso, non ha senso, e non serve a dirigere gli uomini se non per il suo accompagna-