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L’arte buona e l’arte cattiva 215

sano in alcuna guisa unire gli uomini che non siano stati specialmente educati e preparati a subire quell’ipnotizzazione artificiale; e poi non giungo a rappresentarmi una folla d’uomini normalmente costituiti che possa capire qualche cosa in quest’opera enorme e complicata, salvo dei brevi passi annegati in un oceano d’incomprensibilità. E così, per amore o per forza, debbo conchiudere che questo lavoro appartiene a ciò che è per me l’arte cattiva. Per un caso singolare, la poesia dello Schiller introdotta nell’ultima parte della sinfonia, enuncia, se non chiaramente, almeno espressamente questo pensiero: che il sentimento (Schiller veramente non parla che del sentimento della gioia) unisce tutti gli uomini e genera in essi l’amore. Ma oltrechè questi versi non sono cantati che alla fine della sinfonia, la musica della sinfonia intiera non corrisponde affatto al pensiero espresso dallo Schiller, poichè è una musica affatto particolarista, che non contenta tutti gli uomini, ma solo alcuni uomini cui essa contribuisce così a isolare dal resto dell’umanità.


Tale è, a mio giudizio, il modo in cui si deve procedere per sapere se un’opera che