compagnato da due cani bianchi, non meno poetico. Quella signora pensava d’aver trovato un motivo sommamente poetico; e in realtà quelle pagine potevano passare per il modello del genere se subito dopo l’eroe non avesse dovuto appiccar discorso con l’eroina. Appena il giovane col suo cappello alla Guglielmo Tell si fu messo a parlare colla giovine biancovestita, io intesi chiaramente che l’autrice non aveva nulla da far loro dire, che essa medesima non aveva nulla da dire, e che, tocca dalla reminiscenza poetica d’altre opere, s’era imaginata che bastasse cucire insieme alcuni brandelli di quelle opere per suscitare nel lettore un’impressione artistica. Ora in noi non può nascere alcuna impressione artistica, se non quando l’autore abbia provato egli stesso in un modo suo particolare i sentimenti che ci comunica, e non si contenti di rifriggerci i sentimenti che egli abbia accattato da altri. Questa sorta d’imprestiti non ci commuove come opera d’arte; al più serve a simularla, e anche solo per coloro che siano di gusto pervertito. La signora, di cui ho detto, essendo scioccherella e senza abilità, si capiva subito di che farina fosse la sua pasta; ma quando questo metodo è adoperato da artisti colti, e d’ingegno, e versati nella tec-