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VII

mo de’ Fiorentini. Nè s’ingannò don Raimondo; perchè entrato quasi subito nella Terra per viltà, come pare, de’ soldati che v’erano a presidio, e forse non senza tradimento, l’esercito della Lega, e datovi un crudelissimo sacco; in Firenze si voltarono gli animi, e di molti si può dire che mostrarono quali veramente fossero dentro: perchè non s’ha a credere mai a quella frase dei documenti officiali, che attesta della unione de’ cittadini in un volere; bastando a smentirlo questo fatto, che nelle più gravi solenni e sante deliberazioni non mancano, pochi assai, i voti contrari.

Il sacco dato dagli Spagnuoli alla terra di Prato e al contado (che sino a Campi n’ebbe a sentire il danno) fu tale «miserabile spettacolo di calamità», come s’espresse il Machiavelli; e le taglie che s’imposero ai miseri restati vivi, importabili da chi tutto aveva perduto