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nel proporre la nomenclatura della morfologia terrestre: gli uni vorrebbero tener conto solo della morfogenesi, gli altri della morfologia. Nell’uno e nell’altro di questi due casi la nomenclatura dialettale può fornire termini già bell'e fatti, consentanei alla lingua nostra; ma nel secondo caso, in modo speciale, vale a dire in quello che ha per base un criterio morfologico, che dà alla geografia il suo vero valore e che in Italia è accettato dai migliori geografi — i termini dialettali sono copiosi ed abbondanti.

Bisogna anche tener presente che in fatto di vocaboli italiani noi abbiamo in casa nostra, cioè nella Toscana, un centro ricco e svariatissimo di termini, di cui si fa tesoro nei vocabolari per le frasi comuni, ma che si trascura troppo per la nomenclature scientifica. Informi il vocabolario delle Crusca in cui tanti hanno inutilmente deplorato la mancanza di termini scientifici. Non avremo, è vero, la possibilità di trovare in Toscana tutti i vocaboli corrispondenti a certe accidentalità del terreno che sono proprie all’Italia settentrionale, ma, d’altra parte, ci sono numerosi fenomeni comuni a tutta la penisola. Per dare un solo esempio, la nomenclatura italiana dei fenomeni carsici o manca affatto, o è instabile, controversa, discussa. Non sarebbe logico piuttostochè insistere su certi nomi stranieri, come i campi di kurren, i ponori, le polyen ecc., o peggio crearne di non buoni, cercare prima nella Toscana se vi sono questi fenomeni e come sono chiamati?

4. Molte volte per — l’ignoranza dei termini dialettali — entrarono nell’uso comune dei geografi proprio quelle voci del dialetto, italianizzate, che erano le più disadatte ed infelici ad esprimere ciò che si voleva. Molti, credo, ricorderanno la famosa disputa su colle e collo, che durò più anni e alla quale presero parte moltissimi geografi e studiosi1. Le voce col, che nelle Alpi occidentali si usa per passo, era stata tradotta con infelice criterio colla voce colle (che indice rialzo) e adottata da insegnanti e da compilatori di testi scolastici. Ora quest'errore si era imposto e potè durare a lungo e dura tuttora appunto perchè non si erano prese in considerazione tante voci dialettali d' altre regioni che potevano fornire migliori termini: forca, forcella, sella, bocca, bocchetta, porta, portella, foce, varco ecc. E volendo, gli esempi di simili errori si potrebbero moltiplicare.

5. Un altro inconveniente che sorge della ignoranza della nomenclatura dialettale è questo: che spesso si prende per nome proprio, il nome comune; non conoscendo cioè il valore di un’espressione dialettale, la si prende per nome proprio, e ripetendosi con frequenza



  1. V. La geografia per tutti. Annate 1892-93 e Le comunicazioni di un Collega. Anno II e Anno III.