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è bene che una simile proposta venga trattata e discussa e, se è del caso, raccomandata da un Congresso che può far concorrere al lavoro un numero considerevole di collaboratori.

Nel formulare il quesito io ho voluto accomunare nella stessa ricerca i fenomeni fisici ed i fenomeni antropogeografici non tanto perchè le due ricerche hanno uguale valore di fronte alla scienza, quanto perchè le indagini di tal genere possono procedere parallelamente e avvantaggiarsi l’una dell’altra.

Nel campo geografico, però, si mostra più urgente — per il numero dei termini, per la delimitazione chiara dell’àmbito di ricerca, per l’utilità pratica che, come vedremo, può arrecare — lo studio della nomenclatura dei fenomeni fisici.

E vengo senz’altro all’enumerazione degli argomenti per cui credo utile l’ideata raccolta.

1. Anzitutto la conoscenza dei termini dialettali è elemento necessario alla conoscenza e alla ricerca del fenomeno stesso. Chi s’è prefisso lo scopo di illustrare la morfologia o l’idrografia di una regione, sa quali e quante sieno le difficoltà che insorgono al geografo che non ha cognizione dei termini locali. Nelle ricerche speleologiche, nello studio dei fenomeni carsici, nelle ricerche limnologiche, glaciologiche ecc. il non saper trovare la parola adatta per farsi capire dagli abitanti dei luoghi, è conseguenza non solo di spreco di tempo, ma talvolta della incompletezza delle osservazioni.

2. S’aggiunga questo: che il nome dialettale dato a certi fenomeni, e in modo speciale a certe accidentalità del terreno, può servire spesso di guida a rintracciare la genesi del fenomeno. La storia di rovine, di frane, di sbarramenti, di sprofondamenti, di trasformazioni artificiali del suolo — di cui non ci sono state tramandate notizie — può rivivere in un nome speciale dato a un monte, a un pendio, a una palude o a un lago.

3. In terzo luogo — e questo è forse l’argomento più importante — la conoscenza della nomenclatura dialettale può esser valido aiuto alla determinazione di una nomenclatura scientifica geografica. L’Italia per più motivi è ancor priva nella geografia fisica di una precisa nomenclatura sua propria: c’è anzitutto la lingua che poco si presta al neo-logismo; c’è in secondo luogo il fatto più importante che non si può stabilire la nomenclatura del fenomeno finchè il fenomeno non si è osservato e studiato: ora tutti sanno come gli studi di geografia fisica sieno in Italia — per causa specialmente dei cattivi ordinamenti universitari nelle facoltà di lettere che alienano i giovani da tale disciplina — negletti e trascurati. A risolvere le questioni difficili della nomenclatura scientifica può giovare la nomenclatura dialettale. È noto come i geografi sieno divisi in due classi