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Battisti: Gli alpini 3


sentenza dei miei compagni d’arme irredenti per dire alla «Dante Alighieri» tutta la nostra riconoscenza.

E ancora, o signori, ho accettato di parlare perchè, scegliendo a soggetto della mia parola il soldato italiano, mi veniva concesso di associare il nome glorioso dell’istituzione, che accoglie le energie più vive dell’intellettualità, a quello dell’esercito, espressione e simbolo della forza e della volontà del popolo.

Dei nostri soldati al fronte, io non saprò dir nulla che già altri meglio di me non abbia detto e scritto e presentato nelle visioni fotografiche; ma mi resterà pur sempre da affermare una cosa, che mai sarà detta a sufficienza: la gratitudine degli irredenti verso i soldati d’Italia, non solo per le loro gesta gloriose, ma per la accoglienza fraterna serbata agli irredenti che accorsero tra le loro file.

Chi vive lontano dal campo può aver con diverso criterio apprezzato l’opera dei mille trentini e dei mille triestini che chiesero e conseguirono l’onore d’esser accolti nell’esercito; può con spirito di calcolo e di scetticismo aver istituito raffronti tra il