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tro milioni d’uomini avranno vissuto la vita di guerra. Essi saranno gli araldi della rinascita delle multiple energie italiche, tra cui vedremo illuminate di propria bellissima luce quelle della razza montanina. Ad essa, agli alpini, rifattisi costruttori, creatori, lavoratori per eccellenza, sarà reso, dovrà esser reso possibile nella nuova Italia offrire direttamente alla patria il contributo di forza fin qui profuso in lontane regioni.


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Prima che questa guerra servisse di crogiuolo alle varie concezioni di vita, alle varie tendenze, troppo diversa era da classe a classe, troppo parziale, troppo unilaterale, la valutazione dell’idea patriottica.

Non parlo delle concezioni malsane, egoistiche di chi nella patria vede solo l’interesse dell’individuo o della casta o peggio ancora l’interesse di altre patrie a danno della propria; ma entro la cerchia delle idealità più pure, agli uni la patria pareva solo il ricordo della nostra supremazia antica nel mondo, della nostra gloria nel-