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56 | Battisti: Gli alpini |
ranno al Brennero e al Quarnaro — fatta eccezione dei navigatori dell’acqua e dell’aria — destinati a esser tutti soldati dell’Alpe.
Nuova concezione e orientazione che trova vita e alimento oltre che nell’osservazione diretta dei nemici nostri e della loro opera, in altri importanti fattori che sono un portato della guerra: nell’avvicinamento delle varie regioni d’Italia e nel contatto diretto delle varie classi sociali.
In un unico cimento si sono fusi e confusi i figli del Vesuvio e quelli delle Alpi, gli abitanti del piano e quelli del mare.
Gli alpini hanno salutato con gioia tutti gli italiani apparsi sulle Alpi; forse, per la prima volta, hanno sentito in loro i fratelli. Ogni ricordo di antagonismi, di diffidenze fra settentrione e mezzogiorno è per loro scomparso. Ho sentito gli alpini magnificare i siciliani, e chiamarli diavoli venuti dalle terre del fuoco, li ho sentiti definire i pugliesi come soldati che sanno, all’occorrenza, scalar le montagne senza scarpe e senza bastone; e magnificare i liguri come gente capace di costruir palazzi nel deserto; e lodare i romagnoli