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48 Battisti: Gli alpini


Scroscia come una risata sonora il loro grido «Vampa, Vampa!» allorchè scorgono il balenìo del cannone austriaco. E rapidi come saette si buttano a terra dietro ai ripari, mentre il proiettile giunge miagolando, fischiando. Le pallette degli shrapnells hanno appena finito di picchiettare al suolo, che già sono ritti in piedi e sembrano provocare il nemico a sprecare munizioni. Che se il nemico, come succede spesso, si accanisce contro bersagli, ove non può far vittime e danni, allora prorompono nel grido «Evviva la sposa!» che è il grido con cui accompagnano nelle sagre, nelle feste nuziali, l’innocuo sparo dei mortaretti e delle pistole.

Buoni e semplici come eroi e fanciulli; audaci e prudenti come soldati di razza; robusti, resistenti come il granito dei loro monti; calmi, sereni come pensatori o filosofi; col cuor pieno di passione malgrado la fredda scorza esteriore, al pari di vulcani coperti di ghiaccio e di neve; tali apparvero nell’Alpe nostra, gli alpini d’Italia, all’irrompere della santa guerra di redenzione e di libertà.