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ad una loro ideale consegna per altre ventiquattro ore, finchè la conquista loro potesse essere consolidata.

Nel conflitto l’alpino si accinge con prudenza e con precauzione; ma quando è nella mischia nulla più lo trattiene.

Nell’urto ad arma bianca egli ha tutto l’impeto di un meridionale, aumentato dalla pesantezza, dalla mole del suo corpo. Io non saprei come descriverli. Vedendoli ho avuto l’impressione di un masso rotolante che tutto stritola e distrugge quel che incontra.

Se certe cose non fossero documentate nei bollettini delle ricompense al valore, non si crederebbero e si avrebbe ritegno a narrarle per tema dovessero essere ritenute gonfiature.

Nella lotta accanita presso una malga presa, perduta, ripresa fu visto un alpino, che non aveva più munizioni ed era in un terribile corpo a corpo con un nugolo di austriaci, disfarsi a pugni e a calci di loro, scaraventandoli come fuscelli, è la parola, a dritta e a manca.

Un ufficiale austriaco che pur essendo armato fino ai denti, e aiutato dal suo at-