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36 | Battisti: Gli alpini |
uno strato piano su cui posarsi, giacchè le belle e comode praterie nei bacini di valle sono le più viste dagli osservatori dell’artiglieria nemica. È necessario crearsi dei ripiani talvolta su terreni franosi, dilamanti, in mezzo a canaloni di roccia, nelle magre strisce di terreno pianeggianti sotto l’orlo delle rocce che coronano le vette, bisogna scavar solchi per l’acqua, far sentieri di collegamento. E vi si riesce solo ad un patto: quello di esser buoni a tutti i mestieri, di esser al tempo stesso legnaiuoli, sterratori, minatori, muratori, fabbri; e ad altro patto ancor più difficile: quello di far tutto con pochi e magari senza strumenti.
Orbene qual è l’emigrante che prima di soffermarsi ad un mestiere non ne abbia tentati, per sbarcare il lunario, cento altri?
L’alpino in mezzo alle difficoltà inerenti ad una prima avanzata era il soldato ideale. Sotto i colpi del suo piccone, in pochi giorni si è cambiato l’aspetto a vaste zone montuose. Non v’era cemento; eppure si costruirono ricoveri; non vi eran chiodi e si fecero baracche; vi eran poche van-