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Battisti: Gli alpini 31

esser sotto ugual governo e organamento tutto un bacino di impluvio. Egli sente, vede nella patria l’espressione geografica.

Un alpino valtellinese che spiegava ai suoi compagni le ragioni della guerra diceva: «Andiamo a liberare le nostre acque».

Perchè dobbiamo noi tollerare che le sorgenti dei nostri fiumi siano nelle mani dei nemici? Perchè possano turbarne la purezza e la bontà?

Tante volte ho sentito gli alpini della Valle Camonica chiamare «i nostri pascoli» le montagne del Trentino. Quelle montagne furono davvero traverso i secoli i pascoli per gli armenti delle alte valli lombarde e venete prima che il governo austriaco colla sua astuta politica arrivasse a distruggere ogni commercio, ogni traffico fra i pastori al di qua e al di là del vecchio confine. Le disposizioni draconiane del governo austriaco, per cui era negato il transito ai pastori e ai loro greggi, disposizioni volute dall’autorità militare, recarono danni enormi all’economia rurale delle alte valli trentine e veneto-lombarde. Ma chi se n’accorse quaggiù? Di ben altro l’Italia era affaccendata che degli interessi.