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vide maggiormente ricercati e apprezzati i propri prodotti.

Ma non fu così per le regioni alpine, per le povere valli, ove le magre risorse della piccola proprietà hanno bisogno del largo compenso che offre l’emigrazione.

Non fu così pei montanari, per gli emigranti risospinti nei piccoli villaggi natii dal turbine della guerra.

Dinanzi a loro sorse lo spettro della disoccupazione. Essi, i lavoratori per eccellenza, dovettero rimanere con le braccia incrociate, trasformati da sostenitori della loro famiglia in parassiti del misero peculio, della magra scorta delle loro donne. Rimasero disoccupati, nel momento in cui la vita cresceva spaventosamente di prezzo.

Questa fu la vigilia di guerra dei nostri alpini.

Vigilia di guerra nella quale sentivano, subivano tutti i danni del flagello scatenatosi, senza toccare alcuno dei compensi materiali, non solo; ma senza esser in grado di farsi, per la ormai inevitabile partecipazione dell’Italia, quella preparazione morale che il popolo più minuto, più mo-