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capo settimo | 55 |
liana, da disgradarne la famosa di Spagna nella cacciata de’ Mori. — Potrebbero allora introdurre a tale storia forse un’antichissima impresa dei Tirreni contro all’altre genti primitive; e certamente poi quella impresa di Roma contro ai Galli, che incominciò di mezzo alla città stessa già perduta tutta, salvo il Campidoglio; quando un fuoruscito, il più grande de’ fuorusciti, il grandissimo Camillo, tornò nella patria occupata, e liberolla; e respinti quinci gli stranieri, continuò a respingerli più e più su, ed ordinò Roma, e fecela capo a ciò di quella penisola inferiore, dove era nato il santo nome d’Italia. E fu perdurando poi quattro secoli in quell’impresa, che Roma si fece capo a poco? poco di tutta la penisola, e riunilla, e comunicolle quel nome; il quale ricorda dunque l’origine, l’impresa e la propagazione dell’antica nostra indipendenza.
3. Ma lasciamo l’Italia antichissima, e la romana repubblicana e l’imperiale, e veniamo a quella, che soggiaciuta ai Barbari insieme con ogni altra nazione europea, tentò sola liberarsene; un vanto che non fu forse avvertito abbastanza, nemmeno dai nostri adulatori. Ad ogni modo incomincia l’impresa d’indipendenza se non già fin dalla venuta di Teodorico, chiamato o mandato in nome dell’imperio, certo almeno fin dagli ultimi anni di lui, e così fin dalla prima metà