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capo sesto | 51 |
4. Forse è più difficile a dimostrare la seconda asserzione: che non sia possibile la confederazione senza lo straniero. E per vero dire, se i sei o sette principi italiani, convenendo un bel dì insieme tra sè o per ambasciatori, pattuissero, firmassero e ratificassero un trattato di confederazione, io non so chi potrebbe, chi ardirebbe opporsi a tal trattato; legittimo senza dubbio, poichè in legge essi sono principi indipendenti e compiuti, e che una inalienabil prerogativa di tal principato è quella di poter fare trattati d’alleanza, secondo l’utile o piacere proprio. Se la potenza straniera vi si opponesse, il torto di lei sarebbe così chiaro, che probabilmente la confederazione italiana sarebbe aiutata da altre potenze straniere secondo l’occorrenza; nè in tal caso io sarei di quelli che con soverchio orgoglio nazionale consigliassero di rigettar tali aiuti. Ed anche senza aiuti (perchè, uniti che fossero i principi, s’unirebbero con essi e tra sè molto volentieri i popoli a tale scopo), io confiderei che resisterebbero facilissimamente alla potenza straniera, anche aiutata da una o due altre, ma impacciata più che mai da’ suoi sudditi italiani.
— Ma il difficile è appunto quell’accordo dei principi. Siamo compiutamente sinceri; veggiamo ciò che è; non ciò che dovrebb’essere, o potrebb’essere se fosse come non è; parliamo dei