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capo sesto | 49 |
a cercare qual casa di principi si potesse chiamare a sì bello Stato, e nominò casa Savoia. Sorrise allora malcontento Napoleone. Ed insistendo Melzi a mostrare come ciò converrebbe insieme all’equilibrio d’Italia e a quel d Europa: — “Ma chi vi parla d’equilibrio?” riprese vivamente Napoleone. — E Melzi, stato alquanto sopra sè: “Or intendo. M’ingannai. Io doveva parlare di preponderanza”. — “Così è, or v’apponete”, riprese Napoleone; e di preponderanza o prepotenza od onnipotenza fu l’ordinamento effettuato. — E finché sotto diversissima signoria dura pur un simile ordinamento, ei si può ben soffrire e rassegnarsi o gridare; ma niun equilibrio, niun ordine vero sarà mai in Italia; od anzi niuna vera Italia nell’equilibrio d’Europa.
2. E niuna confederazione buona in Italia. Io credo che ciò sia chiaro a chiunque abbia ombra di senno. Ma discorriamone; posciachè siamo a discorrere. — Io dico che la confederazione italiana non è desiderabile nè possibile, se v’entra la potenza straniera; e che sarebbe desiderabile forse, ma così difficile, che monta ad impossibile, senza la potenza straniera.
3. Presieduta dal papa o da qualunque altro, ed ordinata in qualsiasi modo che lasci entrare la potenza straniera, la confederazione non può più essere desiderabile a nessun Italiano. Quando