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capo quinto | 43 |
6. L’idea di dar fin d’ora al papa la presidenza della confederazione futura, è senza dubbio una magnifica idea) fu idea, fu fatto incontrastabile del medio evo. E questo fatto, oggetto già di scorno in bocca a storici e filosofi volontariamente od involontariamente ignoranti, è col progresso della scienza diventato oggetto dell’ammirazione e della gratitudine di molti scrittori più sinceri o meglio informati. Ma potrà egli mai restaurarsi tal fatto? E quello dei terzo gran primato d’Italia, sperato insieme come conseguenza? Io dirò schietto e con molti: crediam difficili e l’una e l’altra restaurazione. Difficili sono per sè le restaurazioni tutte. Di cento ideate s’arriva appena a tentarne dieci; di dieci tentate se ne compie una; e quest’una compiuta non suol durare senza modificazioni, rimane men restaurazione, che mutazione nuova ella stessa. La confederazione sarebbe pur essa restaurazione; già difficile dunque per sè, in generale; non v’aggiungiamo la difficoltà maggiore dell’imitazione più particolare. Quando quei Gregori I, II e VII, ed Alessandro III, ed Innocenzo III restaurarono le confederazioni italiane, essi non imitarono già così particolarmente i modi delle antiche; nè Lorenzo imitò i modi di quelle non antiche ma già antiquate; tutti questi ne inventarono delle nuove, secondo i tempi. Imitiamo anche noi, o i nostri nepoti, non i particola-