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delle speranze d’italia |
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monarchia di Dante. Tutti questi furono poco più
che sogni a’ loro tempi, ed or sono sogni antiquati.
Volendo fermarci a sogni, parliamo di quelli
de’ nostri dì. Non risaliamo oltre al 1814; ci basterà
e soverchierà, anche ridotto così l'argomento.
— Io crederei che il primo e più frequente
sogno fatto intorno a quell’epoca sia stato quello
d’una monarchia comprendente tutta la penisola,
d’un Regno d’Italia. Nome e idea erano conseguenti
a tutto ciò in mezzo a cui eravamo stati
allevati. Il più potente uomo di nostra età (e di
molte altre) aveva anch’egli fatto un gran sogno
della monarchia universale, un sogno minore del
regno d’Italia. Chè anzi questo esisteva già di nome,
in cominciamento: eravi un regno d’Italia,
corrente dall’Alpi agli Abbruzzi, e comprendente
così quasi tutta la penisola orientale. — A che
tal forma, informe, longitudinale, lunga e stretta?
io non credo che il possa dire nessuno, nemmeno
dopo aver letto ciò che ne dice Napoleone
ne’ suoi dettati di Sant-Elena. Tutto ciò è una solenne
impostura. Che l’Italia s’avesse a tagliare
in lungo e non in largo, e dividerla per educarla
ad unità od a non so che, sono sofismi tali, che
non potevano venire in capo se non a chi, avvezzo
a tiranneggiare coll’opera, sperava tiranneggiare
collo scritto; non pensando, che se là giova
la forza, qua non serve se non la ragione. Io cre-