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occasione di questo scritto 3

dal titolo, il leggitore entra naturalmente in pensiero, che il primato così asserito da tale scrittore sia piuttosto un primato futuro, in potenza, in isperanza, e da procacciarsi per opera di coloro che tengono in mano i patrii destini. E tale mi pare in fatto il primato di che si discorre nella parte incomparabilmente maggiore dell’opera1.

§ 3.° E quest’è che distingue l’Autore da quel volgo o gregge di scrittori, i quali assonnan l’Italia, rimescolandole passato, presente e futuro. Del passato, dei due primati veri e certi di lei, costoro le parlano a quella guisa, che i seni adulatori a’ nobili e degeneri padroni; vantando le glorie antiche quasi presenti, le azioni degli avi quasi dispensa d’azione ai nepoti, la nobiltà quasi non memoria ma eredità di virtù. Non contenti delle glorie vere, costoro ne inventano delle false; perchè, a modo d’o-

  1. Il fecondo Gioberti ha pocanzi pubblicato un nuovo volume Del Buono. E in esso parlando del Primato, egli lo dice «un’opera indirizzata a nudar le piaghe della mia infelice patria e a proporre i rimedi». P. lxxxv.