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CAPO OTTAVO 111

pronto che la fantasia, e la fantasia men che le passioni. Molto si parlò di ciò che possono e fanno gli odii e le vendette, ma non forse abbastanza di ciò che può e fa o non lascia fare l'amore in Italia. In fatto di costanza poi, noi ammirammo quella della nostra impresa d'indipendenza; ma è lamentabile l'incostanza de' mezzi tentati. Il segreto ci è antipatico; la confidenza nostra suol essere abbandono; e i tradimenti ci vengono a ciascuno, più sovente da sè stesso, che non da altri. Tutte queste non sono qualità da congiuratori certamente. E s'io non temessi di stancare colle rassegne della storia d'Italia, io ne farei una delle Congiure italiane; e mostrerei che in proporzione al gran numero degli Stati nostri noi ne facemmo meno, e peggio, che niuna altra nazione, men che Francia ed Inghilterra in particolare, i cui scrittori ce le rimproverano. - 3.° Finalmente poi e principalmente, riuscì a bene la congiura d'indipendenza tedesca per questa ragione: che lo straniero v'era non solo grave ma opprimente, non solo incomodo ma disperante, non solo usurpator di provincie ma delle sostanze e delle persone, turbator di provincie ma delle sostanze e delle persone, turbator delle famiglie, delle vite, tiranno vero. Ora, ei si sa (e fu molto bene e facondamente detto dal Gioberti) che a far buone rivoluzioni ei ci vuol buona tirannia; ma a far congiure ei ci vuol tirannia buonissima.