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108 DELLE SPERANZE D'ITALIA

sere stati o tanto scellerati da darne causa, o tanto sciocchi da non vederne i segni che sogliono esser pubblici; mentre il dirle congiure li scusa da tirannia e da sciocchezza tutto insieme. E così è che quanto più si studia storie, tanto meno congiure si trovano; e le trovate, si trovano essere state poco men che inutili al fatto già compiuto dalle sollevazioni. A ciò son ridotte quelle due famose del Rutli e di Giovanni da Procida1. Del resto, quando si volesser vedere nelle storie più congiure riuscite che non se so vedere io, tale riuscita si è fatta e si fa più difficile ogni dì nella crescente civiltà. È parte importante e bellissima del progresso presente, che l'arte della difesa dello Stato sia progredita più che non quella dell'offesa. E il vero è, che fra tante congiure minacciate, temute, apparecchiate, rotte, scoperte, sve-

  1. Vedi la recente e bellissima Storia de' Vespri Siciliani dell'Amari; benchè questi abbia forse passato il segno non in propugnare meglio che i predecessori l'importanza della sollevazione, ma in iscemare i fatti della quasi inutile sì, ma certa e grande o almen larga congiura. Ed io lo noto, perchè quanto più larga fu questa, tanto più urgente rimane l'insegnamento della inutilità di lei. - Su quella poi della Svizzera io accennerei a' leggitori non tanto Müller, Zschokke o niun altro storico, come Schiller nell'immortale Guglielmo Tell. Questa sì che è poesia, storia, politica, filosofia, tutto insieme.