Pagina:Cesare Balbo - Delle speranze d'Italia.djvu/135


CAPO OTTAVO 103

scopo d'indipendenza. Quand'anche i Principi italiani fossero stati da tanto, di far la confederazione continua senza lo straniero (come vorebb'essere naturalmente per poterla rivolgere contra lui), e questo fosse stato così dappoco da lasciarla fare, egli è poi più che mai improbabile che fossero quelli tanto dappiù, e questo tanto dammeno che si potesse fare quel rivolgimento. Il timor del quale è quello appunto che non lascerà far mai la confederazione continua, quantunque innocua in apparenza. - E quanto poi a far d'un colpo, partendo dal nulla, una lega d'indipendenza, ella può ben succeder nel futuro imprevedibile, ma non in niuno di che io sappia prevedere o discorrere. In fondo ad ogni pensiero di confederazione per l'indipendenza, è sempre un circolo vizioso: la confederazione per l'indipendenza non si può fare, o almeno non si può sperare che si faccia, se non coll'indipendenza. Questa speranza mi sembra poco da valutare per sè stessa indipendentemente dall'altre. Dato che i sei o sette Principi italiani facciano mai una lega per l'indipendenza, ei non la faranno se non aiutati da' popoli o dagli stranieri o da una occasione, o da tutto insieme. Ondechè all'ultimo le speranze da considerare sono le tre rimanenti.

7. Vengo dunque alla SPERANZA II.a - DA UNA SOLLEVAZIONE NAZIONALE. Ma io penso, che nessuno