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88 delle speranze d’italia

e quindi di operosità, di civiltà, di colture, di virtù italiane. Aprissi nel 1700 la successione di Spagna; un buon terzo d’Italia trovavasi, quasi podere, compreso in essa; gli abitatori del podere non si mossero, non s’aiutarono; fu naturale, eran sudditi stranieri da cencinquant’anni. Ma un principe italiano, Vittorio Amedeo II di Savoia, pretendeva parte pur egli a quel retaggio; e se la fece dare, tra per l’operosità e virtù propria, e quella del parente, il principe Eugenio, e quella serbata da’ suoi maggiori a’ suoi popoli (tanto quest’arte di serbar l’operosità de’ popoli, è arte utile ai principi); e così n’uscì col titolo e la realità di re, e con Sicilia aggiunta al suo Stato più che mai italiano; e così rimase scemata di tanto la parte straniera. — Ciò fin dalla pace di Utrecht nel 1714. E rimanevano provincie tedesche il resto del Regno e Milano, e spagnuola Sardegna. Ma in breve, surte due altre occasioni simili, le due successioni di Polonia e della casa d’Austria tedesca, e rimescolatasi similmente due volte la Cristianità primachè il secolo fosse a mezzo, si concentrò e s’accrebbe di nuovo lo Stato Italiano di Piemonte lasciando Sicilia per Sardegna, ed acquistando a brano a brano buona parte di Lombardia; e il Regno di Napoli e Sicilia finalmente restaurato passò a un ramo di casa di Francia, che diventò prontamente italiano; e passò