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LIX.


P

iazza della Signoria nel 1498. Vi si svolge la tragica scena del supplizio di Girolamo Savonarola e de’ suoi compagni. Pasquale Villari ha scritto di questa pittura: «Antica, non però contemporanea, assai mediocre e d’ignoto autore, della quale sono molte copie in Firenze» . La tavola nostra riproduce quella che si conserva nella Galleria Corsini in Firenze e che ci pare la migliore. Altre copie si trovano nel Museo di S. Marco, nella Galleria di Perugia, presso il dottore Amilcare Ricordi in Milano ecc. (quest’ultima dello scorcio del sec. XVI, parziale e con varianti). La conoscenza dell’aspetto della Piazza in quel momento ci fa supporre che, se le copie che abbiamo non sono contemporanee, di poco posteriore al fatto dovett’essere la pittura, oggi perduta, che servì d’esemplare ad esse. E nemmeno dovett’essere opera mediocre, se si considera il vario movimento delle figure e l’ampiezza della scena e la prospettiva, pel tempo ragguardevole, degli edifici. Vediamo sulla ringhiera la Giuditta, che fu precisamente in quel posto fra il 1494 e il 1504. Al di là degli archi della Loggia dei Lanzi (ancora senza statue) si scorge parte della facciata di San Piero Scheraggio, poi, a sinistra, la chiesa di S. Romolo prima che l’Ammannati ne rifacesse la facciata. Noi riteniamo quindi che il dipinto originale fosse di poco posteriore all’arsione del Savonarola e forse anche anteriore al 1504, nel quale anno la Giuditta fu levata dalla ringhiera. Chi più tardi avesse riprodotta la piazza, difficilmente si sarebbe riferito a criteri cronologici riguardo al suo aspetto anteriore. Queste riflessioni sono cosa tutt’affatto moderna! La rappresentazione del celebre martirio dovett’essere opera di memoria o di suggerimento di chi vi assistette, e le molte copie fanno pensare che grandemente interessasse ai seguaci e ammiratori del Savonarola, fra’ quali sappiamo essere stato anche Michelangelo. L’argomento merita quindi d’essere più attentamente studiato.


Raccolta topografica degli Uffizi. — Fotografia dei Fratelli Alinari.