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prefazione | 9 |
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Delle tavole che questo volume contiene non è il caso di parlar in prefazione, quando si dà un breve cenno di fronte a ciascuna. Solo amo dire che non ho creduto di pubblicare o ripubblicar vedute di Firenze trecentistiche, ricavate da miniature o da dipinti su tavola o su parete, perchè non riesco a considerarle come esatte riproduzioni del vero. Sono, in genere, vedute sommarie, probabilmente fatte di memoria, le quali, la maggior parte delle volte richiedono un attento esame per esser comprese salvo che nei monumenti V. - Il David di Michelangelo sulla ringhiera di Palazzo.1 più conosciuti e caratteristici. Ho fatto eccezione pel Palazzo dei Priori col cassero elevato, di contro all’ingresso, dal Duca d’Atene, e pel panorama (anch’esso, del resto, in molte cose troppo affastellato, sintetico ed oscuro) che sta nel Bigallo, ai piedi d’una figura simbolica della Misericordia, e mostra S. Maria del Fiore e il suo campanile in costruzione. E più l’avrei fatta se avessi avuta la fortuna di rintracciare la pianta che Lapo da Castiglionchio descrive nell’Epistola o Ragionamento: «Vidi pochi anni sono passati una carta, nella quale Antonio di Messer Francesco da Barberino Iudice cittadino di Firenze, il quale fu giovine di nobile ingegno, ave’ figurato molto propriamente tutta la città di Firenze, cioè tutte le mura e la loro misura, tutte le porte e loro nomi, tutte le vie e piazze e loro nomi, tutte le case che orto avessero, sicchè chiaramente si conosceano, et ancora scritto era di sua mano in su ogni via e luogo il nome».
- ↑ V. - Ingresso del Palazzo della Signoria e Uffizi. La piccola veduta è notevole perchè mostra l’effetto grandioso del David di Michelangelo (visto di profilo), levato da quel magnifico posto nel 1873 e confinato in una fredda nicchia alla Galleria Antica e Moderna. (Raccolta topografica degli Uffizi. — Fotografia anonima).